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Le nuove frontiere dell’industria cinematografica: la “contestata” asta degli NFT di Pulp Fiction

Il noto regista e sceneggiatore Quentin Tarantino è stato – recentemente – coinvolto in una vicenda giudiziaria promossa dalla casa di produzione e distribuzione cinematografica statunitense Miramax Films LLC. La ragione? La supposta violazione dei diritti di proprietà intellettuale detenuti dalla stessa sul film, ormai diventato cult, “Pulp Fiction”.

 

Secondo la ricostruzione dell’attrice, nel novembre del 2021 il regista statunitense avrebbe, tramite la società Secret Network, pubblicato un comunicato stampa con il quale annunciava l’indizione di un’asta online su OpenSea, piattaforma di compravendita di NFT (“Non-fungible Token”, di cui abbiamo parlato qui ). Ad essere banditi erano proprio sette NFT relativi a quelle che erano state identificate come “scene inedite” della storica pellicola. Ad accrescere la popolarità ed il valore dei suddetti NFT – il cui prezzo di partenza si aggirerebbe tra i 22.400,00 ed i 44.800,00 dollari – sarebbe proprio il contenuto: ciascun token, infatti, farebbe riferimento ad alcune pagine delle prime versioni originali della sceneggiatura di “Pulp Fiction”, ma non solo, dato che, oltre a ciò, gli stessi sembrerebbero concernere, altresì, file audio in cui Tarantino esprime a voce commenti nel corso delle riprese. Un’occasione imperdibile per gli appassionati, alla ricerca costante di segreti e curiosità sul film distribuito nelle sale cinematografiche nel 1994.

Trantino x NFT foto a colori

A seguito dell’azione legale intentata dalla Miramax nei confronti di Tarantino, l’asta in questione – che, a detta del regista, sarebbe dovuta rimanere attiva fino allo scorso 10 novembre 2021 – è stata, successivamente, rimossa dalla piattaforma di riferimento.

 

Nel caso di specie, le contestazioni mosse a Tarantino dai legali della casa di produzione cinematografica dinanzi alla Corte del Central District della California ricomprendono l’inadempimento contrattuale, la violazione dei diritti di copyright (“diritto d’autore”), nonché sulle registrazioni di marchio e, altresì, la concorrenza sleale per aver commercializzato, senza il consenso della ricorrente, diritti di proprietà intellettuale sotto forma di NFT.

 

In base ai termini del contratto di collaborazione stipulato tra la casa di produzione cinematografica e il regista, infatti, la società Miramax Films LLC. risulterebbe titolare dei diritti di utilizzazione economica dell’opera e di specifici diritti di informazione in merito ad ulteriori potenziali modalità di sfruttamento economico di Pulp Fiction, i quali, in assenza del consenso della società titolare, non potrebbero essere legittimati. Il regista statunitense rimarrebbe, invece, titolare dei soli diritti di sfruttamento della colonna sonora e dei diritti di edizione dell’opera.

 

Proprio in virtù della titolarità di tali “diritti riservati” sulla pubblicazione della sceneggiatura di Pulp Fiction, i legali di Tarantino avevano replicato alle accuse sostenendo che il regista avrebbe agito lecitamente, in quanto la copia delle scene inedite dell’opera, poste in vendita sottoforma di NFT, sarebbe stata contrattualmente consentita dalla ricorrente.

A tal proposito, occorre precisare che – secondo la giurisprudenza sul tema – un NFT non può essere considerato come un’opera d’ingegno dal momento che quest’ultimo risulta costituito da una stringa alfanumerica generata attraverso la copia di un determinato contenuto digitale. Inoltre, a detta di parte della dottrina, l’attività di riproduzione di un’opera di proprietà di terzi su un token non costituirebbe violazione di copyright, in quanto la stringa alfanumerica di un NFT non costituisce una riproduzione nel senso tecnico-giuridico del termine e, quindi, non sarebbe soggetta ad autorizzazione da parte del titolare dei diritti in questione.

Tuttavia, i legali della casa di produzione hanno replicato a quanto sostenuto dal convenuto ribadendo che “indipendentemente dai diritti limitati che il signor Tarantino ha di pubblicare sceneggiature, essi non permettono la produzione di NFT unici associati alla proprietà intellettuale di Miramax”.

Per comprendere quali saranno gli ulteriori sviluppi in materia di tutela dei diritti di proprietà intellettuale con riferimento al mercato degli NFT, allo stato attuale, occorre, quindi, attendere il verdetto delle corti statunitensi chiamate a pronunciarsi sulla presente vicenda