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SKAM: quando è il copyright a decidere la trama

Dal 18 gennaio la sesta stagione di SKAM Italia è disponibile per la visione. Si tratta del remake italiano sviluppato da Cross Production in collaborazione con TIM Vision sino alla quarta stagione e in associazione con Netflix dalla stessa in poi, sulla base della serie norvegese prodotta dalla rete NRK e scritta da Julie Andem. “Skam”, in norvegese, significa “vergogna”, termine che collega le storie dei vari personaggi, di età adolescenziale, che si alternano come protagonisti nel corso delle varie stagioni, ognuna delle quali è dedicata ad una specifica tematica. La protagonista dell’ultima stagione, nella versione italiana, è Asia, il personaggio interpretato da Nicole Rossi che non fa parte del gruppo originale, essendo stato introdotto soltanto nel corso dell’ultima stagione andata in onda. All’annuncio, alcuni fan hanno sollevato perplessità sulla decisione, evidenziando come altri personaggi non approfonditi precedentemente potessero essere cardine di scelte narrative rilevanti.

 

Tuttavia, la scelta potrebbe non essere stata totalmente autonoma e potrebbe essere dovuta (anche) a una questione di copyright. La serie norvegese SKAM è andata in onda per quattro stagioni dal 2015 al 2017 sull’emittente NRK, seguendo, rispettivamente, le storie di Eva, Noora, Isak e Sana. In particolare, il fatto che i contenuti non fossero oggetto di geo-blocking, dunque che non vi fossero limitazioni rispetto alla fruizione da parte del pubblico non domiciliato in Norvegia, insieme all’ampissimo passaparola fra gli adolescenti, ha decretato un inaspettato successo per una produzione che, anche a causa della lingua utilizzata, non si prevedeva potesse avere una diffusione di tal natura. Insieme al successo, tuttavia, si sono aperte numerose questioni relative ai diritti di copyright.

 

In primis, davanti al diniego da parte di NRK di inserire sottotitoli in lingua inglese, i fan hanno provveduto in autonomia, servendosi dei social media per distribuire versioni non ufficiali delle puntate, anzi, di ciascuna clip di cui le puntate erano composte, inclusive dei sottotitoli nelle lingue richieste. Successivamente, si è scelto di ricorrere al geo-blocking, in modo tale da riservarsi sia la scelta dei distributori nei paesi esteri sia il corrispettivo dovuto nel contesto dei suddetti contratti di distribuzione.

 

Ben presto, tuttavia, gli autori di numerosi Paesi, sostenuti dalle case di produzione locali, hanno sfoderato proposte per ottenere i diritti sulle storie. I primi ad intuire il potenziale sono stati Banijay Studios France, insieme a France Télévisions per il pubblico d’oltralpe, Bantry Bay and ZDF/Funk in Germania, Movistar+ in Spagna, NTR nei Paesi Bassi e la citata partnership tra Cross Productions e TIM Vision in Italia, a cui si sono aggiunti, in seguito, anche Belgio e Stati Uniti.

 

Particolarmente interessante, tuttavia, sono proprio i destini dei remakes italiani e francesi, che si sono spinti oltre le quattro stagioni della versione norvegese. Proprio su questo si pone un tema in relazione al copyright, dal momento che ciascuna delle stagioni originali si è concentrata su un personaggio o introdotto ex novo o con un ruolo veramente marginale nelle narrazioni precedenti. Alcuni hanno puntualizzato come sembrerebbero esserci accordi, regolati a livello contrattuale, che impediscono la realizzazione di nuove storylines per alcuni personaggi specifici. Ciò deriverebbe dalla volontà dell’autrice Julie Andem, ma anche della stessa NRK, di mantenere i propri diritti in relazione ai suddetti personaggi laddove in futuro si decidesse di continuare il percorso scandinavo interrotto qualche anno fa. Nessuna indicazione è stata resa pubblica, nemmeno sul contenuto dei suddetti contratti, che parrebbero configurarsi più sotto la visuale delle licenze che della cessione dei diritti d’autore sui personaggi. L’esistenza di una clausola con tali caratteristiche pare assumere sempre di più i contorni di una certezza a mano a mano che le stagioni originali proseguono lasciando sullo sfondo personaggi che il pubblico ama e certamente desidererebbe approfondire.

 

Da ricordare è che, in Italia, il Tribunale di Roma ha affrontato qualche tempo fa nella decisione n. 6504/2021, il tema della tutelabilità dei personaggi di fantasia ai sensi della legge sul diritto d’autore, affermando che “un personaggio potenzialmente oggetto di diritti autorali è difatti un soggetto frutto di un’autonoma e personale creazione artistica da parte del suo ideatore il quale racchiuda delle caratteristiche tali da renderlo immediatamente riconoscibile in quanto tale, quale estrinsecazione della personalità artistica del creatore, anche al di fuori del contesto in cui originariamente è stato collocato ed inventato”. Di conseguenza, e ragionando in termini ipotetici, nel caso di sviluppo di una storyline per i personaggi oggetto della creatività di Andem e di NRK, nel caso vi siano effettivamente previsioni contrattuali che inibiscono tale attività, il comportamento contrario alle stesse sarebbe oggetto di inadempimento contrattuale azionabile dinanzi all’autorità giudiziaria o addirittura passibile di risoluzione di diritto. Tuttavia, anche nel caso in cui tali previsioni non siano presenti, l’immaginare una prosecuzione delle storie andrebbe a ledere i diritti d’autore degli stessi sui personaggi, con la tutela ottenibile, sempre dinanzi all’autorità giudiziaria, sulla base della legge nazionale sul diritto d’autore applicabile al caso di specie.

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